14 Gen Aspettando “Progetto Fuoco”, MCZ ripercorre le tappe del suo percorso legato al design
Se riscaldare la casa in passato era considerata una semplice necessità funzionale, il consumatore di oggi richiede prodotti che sappiano combinare alte performance con un’estetica curata e in linea con le ultime tendenze.
Sarà questa una delle principali linee direttrici delle novità esposte a “Progetto Fuoco”, l’atteso appuntamento di Veronafiere dedicato ai sistemi di riscaldamento a pellet e legna (19-22 febbraio 2020).
Senza ancora svelare le novità che ha in serbo per la nuova stagione, MCZ ripercorre i punti di svolta che hanno segnato gli ultimi anni e che le hanno permesso di distinguersi sul mercato per la sua attenzione al design.
2011: la stufa Toba vince l’IF Design Award
Toba, prima stufa a pellet a vincere il premio iF Design Award, ha rappresentato una svolta non soltanto per l’azienda MCZ, ma anche per l’intero settore. Infatti, per la prima volta la stufa a pellet smette di essere un mero oggetto funzionale e si trasforma in elemento d’arredo. Con Toba, sparisce la tipica griglia frontale per l’uscita dell’aria calda ed il calore viene distribuito perimetralmente, lasciando il frontale pulito ed essenziale. Linee, volumi e finiture sono calibrate con il gusto contemporaneo. La ceramica diventa protagonista e, con le sue linee morbide e arrotondate, dona alla stufa forte carattere e identità. Il rivestimento frontale in ceramica di Toba è diventato in seguito uno dei dettagli più ricorrenti nelle stufe a pellet.
Il progetto Toba è stato sviluppato da MCZ insieme a Emo Design, un giovane team di designer, che negli anni ha saputo distinguersi nel settore del design industriale per il suo approccio “market oriented”.
2012 – 2018: la ricerca di uno stile internazionale e lo scouting di giovani talenti
Costanti investimenti in Ricerca e Sviluppo hanno permesso a MCZ di presentare apparecchi sempre più innovativi e rispettosi dell’ambiente. La crescita dell’export, che è arrivato a coprire il 70% del fatturato, ha spinto l’azienda a proporre una gamma di prodotti dal design internazionale, capace di rispondere ai gusti di consumatori provenienti da tutta Europa. Per questo obiettivo, la progettazione è stata affidata da un lato all’ufficio stile interno, dall’altro a giovani talenti del design.
Tra i modelli più riusciti troviamo Mood (2012, Emo Design), la prima stufa a pellet completamente tonda, che è ancora oggi uno dei modelli più eleganti e raffinati sul mercato.
Klin, Tilda e Aike (2015, Emo Design), caratterizzate per l’essenzialità nelle forme e per l’estrema cura dei dettagli, rappresentano una svolta verso un gusto nordico e minimalista.
Una menzione tra i giovani designer merita anche Pablo Dorigo, che inizia la collaborazione con MCZ nel 2015, quando è ancora studente allo IUAV di Venezia. Sono firmati da Pablo diversi progetti interessanti, sia dal punto di vista estetico che funzionale. In particolare ricordiamo Curve e Berg (2016), che riprendono la forma tonda con linee sinuose e morbide nel rivestimento, realizzato in ceramica per Curve e in pietra serpentino per Berg.
2019: la collaborazione con Patricia Urquiola, Paola Navone e Michael Geldmacher
Il 2019 ha rappresentato un triplo passo avanti per MCZ nella direzione del design, con l’avvio della collaborazione con tre grandi firme internazionali come Patricia Urquiola, Paola Navone e Michael Geldmacher. Per tutti e tre i designer il settore fuoco rappresentava una novità interessante, sia per i suoi contenuti emozionali sia per i temi legati alla sostenibilità ambientale, che in questo settore sono particolarmente evoluti. Hanno deciso di approcciarlo in maniera diversa, a seconda della loro esperienza e della loro personalità.
Patricia Urquiola
Con la stufa a pellet Wall, realizzata per MCZ nel 2019, Patricia Urquiola debutta nel settore fuoco. Lavorare al progetto è stato estremamente stimolante per lei, da sempre attenta ai contenuti di sostenibilità ambientale dei prodotti che disegna.
“Nel settore delle stufe a pellet in questi anni c’è stata un’evoluzione di pensiero importante”, spiega Urquiola. “Sono fonti di calore neutrali in termini di CO2 e questo per noi è fondamentale.”
Per qualificare anche dal punto di vista decorativo l’oggetto stufa, Urquiola ha deciso di lavorare semplificando il linguaggio. Ad un concetto cilindrico molto sobrio, privo di griglie di aerazione frontali, si adagia una forma lineare che va in appoggio al muro. Questo particolare disegno della struttura, interamente realizzata in acciaio verniciato Black, è una soluzione semplice ma innovativa pensata da Urquiola per nascondere le tubature e gli elementi tecnici di collegamento della stufa. L’essenzialità di Wall è esaltata da un dettaglio unico, il basamento, disponibile in acciaio nero oppure in diversi materiali naturali, come terrazzo, legno, pietra o cemento, in modo da abbinarlo al proprio pavimento.
“Di MCZ mi ha colpito molto la potenzialità, l’apertura verso il mondo del design e della tecnologia, l’attenzione all’ambiente, la curiosità, l’attualità, il facile dialogo e lo scambio di idee”, ha dichiarato Patricia Urquiola.
Michael Geldmacher
Michael Geldmacher ha disegnato per MCZ la stufa a pellet Reflex, un’interpretazione poetica ed essenziale del fuoco.
Parlando della sua esperienza e a cosa si è ispirato, il designer tedesco prende spunto dalla famosa frase del Piccolo Principe “L’essenziale non si vede con gli occhi, ma con il cuore”.
“Se penso ad una caverna di notte, illuminata da un fuoco, ho immediatamente una sensazione di socialità, sicurezza, calore”, racconta Geldmacher. “Sono queste le sensazioni che volevo evocare con Reflex.”
In Reflex la fiamma non si vede direttamente, ma si sente, si intuisce con il suo bagliore, rendendo l’effetto del fuoco molto più forte. Reflex è caratterizzata da una porta a lame verticali, che nasconde il focolare e impedisce la visione diretta e completa del fuoco. Ciò che si coglie è il bagliore della fiamma, la cui percezione varia in base all’angolo di visione.
Michael Geldmacher ha sottolineato inoltre l’inaspettata sintonia tra tecnici e designer che si è sviluppata nel corso del progetto, non sempre così scontata in altri settori. “A volte devo veramente lottare per convincere l’ufficio tecnico della necessità dei dettagli, ma con le persone di MCZ c’è stata una sintonia immediata. Una concezione identica tra designer e ingegnere.”
Paola Navone
Paola Navone ha disegnato per MCZ Sahara, un rivestimento per camino in piastrelle zellije di terracotta smaltata.
“Lo zellije è un materiale non convenzionale, poetico e decorativo, che amo molto”, racconta la designer. “I riflessi cangianti della superficie smaltata raccontano la poesia e la bellezza un po’ imperfetta delle cose fatte a mano.”
Con Sahara, anche la Navone debutta per la prima volta nel settore fuoco. Così racconta la sua esperienza con MCZ: “Il fuoco è un elemento con una forte componente metaforica, profondamente umano e per questo comune a tutte le culture, anche se con simbologie diverse. Del fuoco mi affascina il suo legame universale con gli uomini di tutti i luoghi e di tutte le epoche, per questo ho trovato interessante l’esperienza di “vestirlo” nel mio modo contemporaneo e un po’ nomade di pensare il design”.
Paola Navone è rimasta colpita dal “savoir faire” dell’azienda: “La speciale capacità di MCZ di combinare la poesia del camino domestico, l’energia del fuoco e la performance tecnologica di altissimo livello è il punto di forza da cui siamo partiti. Tutto il resto è venuto da sé.”
È possibile scaricare le immagini delle stufe presenti in questo comunicato cliccando sul seguente link: http://tiny.cc/zjloiz
Per ulteriori informazioni:
Digital PR a cura di Blu Wom Milano
www.bluwom-milano.com
p.fabretti@bluwom-milano.com
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